Nel corso delle mie giornate, affiancando datori di lavoro e specialisti di risorse umane in grandi aziende, mi è capitato più volte di imbattermi in un argomento ( a quanto pare ) particolarmente indigesto a molti lavoratori che , per possibilità o necessità, hanno sottoscritto un contratto di lavoro part-time. Non è raro infatti che nel mondo della Sanità Privata ( siano esse RSA, cliniche o semplici residenze per anziani ) , si utilizzi il cosiddetto lavoro con turni in "matrice" che tradotto significa un turno ciclico composto da una ripetizione di fasce orarie che dipendono ovviamente dall'organizzazione interna del lavoro in azienda. Una delle "matrici" più classica per i lavoratori del comparto è quella con una serie di turni che si concludono con il turno notturno, lo smonto ed il riposo, ma comunque la si gestisca, salvo turni intermedi o doppi, la matrice difficilmente consente di eguagliare il divisore orario previsto dal CCNL, ovvero il monte ore stabilito dalle contrattazioni [ Uneba 164 ore mese - Coop Sociali 165 ore mese ] e quindi per risolvere il problema alla fonte, si propongono contratti part-time.
Tralasciando la competitività o la convenienza economica dei part-time ( talvolta persino più convenienti ) subentra un aspetto che ha un pò il sapore di verità e un pò quello di leggenda ed è legato alla maturazione dei contributi previdenziali utili alla pensione.
Bisogna anzi tutto distinguere QUALI sono i tipi di Part time e cioè :
- Part-Time Orizzontale: Il lavoratore presta servizio tutti i giorni lavorativi, ma con un orario ridotto rispetto al full-time. Ad esempio, 4 ore al giorno invece di 8.
- Part-Time Verticale: Il lavoratore lavora a tempo pieno solo in alcuni giorni della settimana, ma non tutti i giorni. Ad esempio, lavora 8 ore al giorno, ma solo tre giorni alla settimana.
- Part-Time Misto: Una combinazione di part-time orizzontale e verticale, in cui il lavoratore lavora alcune giornate intere e altre con orario ridotto
E le criticità ( oltre che le novità ) più consistenti sono quelle dei contratti VERTICALI o MISTI in quanto l'INPS dal 2020 ha previsto che anche i periodi non lavorati, debbano essere considerati utili ai fini pensionistici e perchè possano essere riconosciuti periodi pregressi (su rapporti di lavoro cessati o trasformati a tempo pieno) i lavoratori dovranno presentare apposita domanda all'ente previdenziale e resta sempre valida la possibilità di riscattare o effettuare versamenti volontari del lavoratore per raggiungere il minimale annuo di riferimento.
Più semplice ( e più diffusa ) la situazione dei PART TIME ORIZZONTALI , cioè di coloro che svolgono una prestazione di lavoro "tutti i giorni" ma semplicemente con orario ridotto su base giornaliera/settimanale/mensile. Per il riconoscimento delle SETTIMANE contributive utili alla MATURAZIONE del diritto alla pensione, sarà sufficiente aver guadagnato un importo ( riferimento anno 2024 ) pari o superiore a 12.451,00 euro annui.
In buona sostanza, anche i lavoratori con contratto part-time possono maturare il diritto alla pensione ( come i lavoratori full-time ) purché possiedano un reddito pari al minimale annuo stabilito dall'INPS , ovviamente la maturazione ( in senso economico ) è proporzionale a quanto versato nel corso della vita lavorativa.
Stefano D'Errico
Riferimenti normativi: Art.1, co 350, L.178/2000 , Corte di Giustizia UE procedimenti riuniti C-395/08 e C-396/08 ,